Se si esclude quella donata nel 1955 da Ezio Marri-Caciotti alla chiesa di Sant’Agostino, la campana più antica delle terre di SAN GIMIGNANO si trova sul campanile della Pieve di Cellole, a pochi chilometri dal centro cittadino.
Questo antico bronzo ha il pregio di essere ancora in funzione. E’ la campana a sinistra osservando il campanile dallo spiazzo prospiciente la facciata della pieve.
Nel 1929 Francesco Marri ebbe l’opportunità di osservarla a terra in occasione di una curiosa circostanza che descrisse in un breve articolo apparso sulla Miscellanea Storica della Valdelsa: <<Improvvisamente una delle campane, forse per vetustà dei sostegni, ma più facilmente per l’eccessivo zelo del giovane villico che tirava la fune, abbandonava la sua dimora ultra-secolare e precipitava nell’orto del Pievano senza risentirne alcun danno e senza recarne né a persone né a cose>>.
Il Marri ebbe così modo di rilevarne l’iscrizione, posta al di sotto degli anelli di attacco e la riportò nell’articolo: <<TEMPORE VALENTI PLEBANI GER D ME FECIT>>, iscrizione così da lui tradotta: <<AL TEMPO DEL PIEVANO VALENZIO GERVAD[IUS] (O GERVAS[IUS]) MI FECE>>.
Da documenti conservati nell’Archivio Comunale di San Gimignano il Marri potè ricavare l’epoca in cui Valenzio fu pievano di Cellole e, conseguentemente, stabilire il periodo di tempo in cui la campana venne fusa: 1254 – 1260.


