IL MIRACOLO DEL TORO DELL’ ARCANGELO GABRIELE A SAN CASCIANO IN VAL DI PESA

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Questa tavola, conservata al Museo di San Casciano in Val di Pesa “Giuliano Ghelli”, raffigura “San Michele Arcangelo e storie della sua leggenda”. E’ attribuita dalla critica recente a Coppo di Marcovaldo e sarebbe la sua opera più antica, eseguita a tempera con dorature a mecca indicativamente tra il 1255 e il 1260, anche se alcuni studiosi la ritengono successiva al 1260.

Coppo di Marcovaldo (Firenze, 1225 circa – 1276 circa) è stato una delle figure più eminenti della pittura toscana del XIII secolo prima dell’avvento di Cimabue e l’opera che vi presentiamo può essere considerata una delle pietre miliari della pittura fiorentina del Duecento.

Di San Michele Arcangelo sono note almeno sei apparizioni e ci piace descrivervi quella raffigurata nella scena centrale alla destra dell’Arcangelo.

Questa apparizione di San Michele è detta del “Miracolo del Toro” e risale al 490 d.C. allorquando Elvio Emanuele, ricco possidente di Siponto che in avanti chiameremo con il solo nome Elvio, smarrisce il miglior toro della sua mandria.

Dopo averlo a lungo cercato lo ritrova all’interno di una impervia grotta. Ma Elvio non riesce ad avvicinarsi al suo toro. Qualcosa gli impedisce di entrare e il toro non ne vuole sapere di uscire.

Così, preso da uno scatto d’ira, Elvio scaglia contro il toro una freccia con l’intenzione di ucciderlo. Ecco però che la freccia, come per miracolo, cambia direzione, torna indietro e colpisce Elvio ad una gamba.

Nel particolare della scena vediamo Elvio con la gamba sinistra colpita dalla freccia da lui stesso scoccata. Sulla grotta che Michele rivelerà di aver scelto come luogo del proprio culto, sorge oggi il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo nel Gargano.

San Michele Arcangelo di Coppo di Marcovaldo